Mango Lorenzo
1. SPETTACOLO DI TEATRO
- La morte a Venezia (Liv Ferracchiati)
Per la ricchezza drammatica espressa in pochi elementi drammaturgici, registici e scenici;
- Il giardino dei ciliegi (Leonardo Lidi)
Per l’efficacia di uno spettacolo in cui i segni del contemporaneo interagiscono in modo efficace con la lettera cechoviana;
- Fedra (Federico Tiezzi)
Per la capacità di rendere in modo incisivo la tragedia di parola di Racine, grazie a una cura della partitura scenica molto efficace.
2. SPETTACOLO DI DANZA
- Cecità (Virgilio Sieni)
Per la qualità sperimentale dell’operazione e la precisione coreografica che l’accompagna.
3. REGIA
- Leonardo Lidi (Il gabbiano e Progetto Čechov)
Per la capacità di essere entrato nella drammaturgia cechoviana con una precisione analitica che ne coglie le motivazioni interne donando loro un’ambientazione scenica in grado di esprimere una sorta di commento scenico sul testo;
- Federico Tiezzi (Fedra)
Per la maestria con cui ha affrontato un testo tutto basato sulla drammaturgia della parola e sulla stasi scenica, riuscendo a conservarne la tragicità e la nota dominante attraverso una scrittura di scena che evidenzia una potenza dell’immagine equivalente a quella della parola;
- Liv Ferracchiati (Come tremano le cose riflesse nell’acqua e La morte a Venezia)
Per la capacità, nel primo spettacolo, di realizzare una tessitura corale dell’impianto drammaturgico, donandogli da un lato un’estrema naturalezza e dall’altro una precisa stilizzazione formale. Nel secondo, invece, emerge una scrittura più intima costruita sul dialogo scenico tra i due attori, creando, così, un equivalente registico del motivo ispiratore del romanzo di Mann.
4. ATTRICE/PERFORMER
- Petra Valentini (Come tremano le cose riflesse nell’acqua)
Per la tenuta di una recitazione che pone sempre un livello di distanza quasi brechtiano fra attrice e personaggio;
- Alice Raffaelli (La morte a Venezia)
Per la capacità, durante lo spettacolo, di elaborare una partitura coreografica sempre più intensa che dialoga con la telecamera presente in scena per costruire il personaggio;
- Francesca Mazza (Progetto Čechov)
Per la capacità metamorfica che immette nel personaggio cechoviano, donandogli una qualità che è a un tempo umana e iconica.
5. ATTORE/PERFORMER
- Massimo Verdastro (Fedra)
Per la ricchezza dei registri che riesce a inserire nella scrittura raciniana;
- Roberto Latini (Come tremano le cose riflesse nell’acqua)
Per l’incisiva naturalezza, venata di ironia, con cui costruisce il personaggio di Trigorin;
- Lorenzo Gleijeses (Una giornata fatale del danzatore Gregorio Samsa)
Per la duttilità della presenza scenica che qualifica di una coreografia geometrica la sua presenza.
6. ATTRICE/PERFORMER UNDER 35
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7. ATTORE/PERFORMER UNDER 35
- Alfonso De Vreese
Per l’incisività con cui riesce a tratteggiare la brutalità cinica del personaggio di Jasa.
8. SCENOGRAFIA
- Franco Raggi, Gregorio Zurla, Federico Tiezzi (Fedra)
Per l’atmosfera visiva che disegna attorno al testo di Racine una sorta di geometrico museo del tempo perduto in cui scabiano riflessi di specchi e busti di statue antiche;
- Nicolas Bovey (Progetto Čechov)
Per la capacità di trovare per il testo di Cechov il segno essenziale attorno a cui la regia costruisce la sua chiave interpretativa.
9. COSTUMI
- Aurora Damanti (Progetto Čechov)
Per la capacità di straniare il testo di Čechov, specie Zio Vanja, attraverso costumi che spostano la vicenda nel tempo, senza banali attualizzazioni, ma creando un interessante cortocircuito tra vicenda e immagine.
10. DISEGNO LUCI
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11. PROGETTO SONORO/MUSICHE ORIGINALI
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12. NUOVO TESTO ITALIANO/SCRITTURA DRAMMATURGICA (messi in scena da compagnie o artisti italiani)
- La morte a Venezia (Liv Ferracchiati)
Per la capacità intelligente di inseguire il romanzo di Mann costruendo un racconto verbale, quasi intimo, che mostra, nei termini dell’attualità della scena, la dinamica di inseguimento dei personaggi attraverso lo sguardo.
13. NUOVO TESTO STRANIERO/SCRITTURA DRAMMATURGICA (messi in scena da compagnie o artisti italiani)
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14. SPETTACOLO STRANIERO PRESENTATO IN ITALIA
- Antigone in Amazzonia (Milo Rau)
Per la capacità di immergere il motivo tragico e ancestrale dell’Antigone dentro un contesto di dramma contemporaneo.
15. PREMIO UBU ALLA CARRIERA
- Marcello Sambati
Per una storia artistica stratificata e ricca in cui si combinano la scrittura poetica e quella attorale, facendone un esempio unico per stile, scrittura e intensità.
16. PREMI SPECIALI
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Titolo dello spettacolo |
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Spazio Zero |
Una voce umana |
Expositio Sancti Evangelii Secundum Johannem |
Poemetto illustrato |
Un po' meno fantasma |
Spazio interiore |
La forma delle cose |
Seconda me |
One man Hamlet |
Autoritratto |
He stole my voice |
Orme |
Due di Una |
Matteotti |
Tragùida |
Cose che so essere vere |
Regola |